L'angelo caduto by Susan Ee

autore:Susan Ee [Ee, Susan]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Urban Fantasy, Young Adul, Angeli & Demoni
ISBN: 978-88-347-2247-3
editore: Fanucci (Collana Tif extra)
pubblicato: 2013-09-02T22:00:00+00:00

24

Quando apro gli occhi, i raggi del sole filtrano attraverso la finestra. Mi trovo da sola in quella che una volta era una bella camera da letto con soffitto alto e finestre ad arco. Penso subito che Raf mi ha lasciata di nuovo. Il panico mi fa venire il mal di stomaco. Ma è giorno, e posso cavarmela di giorno, no? E poi so come arrivare a San Francisco. Diciamo che ho il cinquanta percento di possibilità di farcela.

Esco dalla stanza con passo felpato, percorro il corridoio ed entro nel salotto. A ogni passo mi libero degli ultimi scampoli del mio incubo, lasciandolo al posto a cui appartiene: le tenebre.

Raf è seduto sul pavimento a preparare di nuovo il mio zaino. Il sole del mattino gli accarezza i capelli mettendo in risalto ciocche color mogano e miele nascoste tra quelle nere. Nel vederlo, i muscoli della mia schiena si rilassano e la tensione svanisce. Alza lo sguardo verso di me. I suoi occhi sono particolarmente blu nella luce fioca.

Ci guardiamo senza dire una parola. Mi domando che cosa vede mentre mi osserva attraverso il fascio di luce dorata che filtra dalle finestre.

Distolgo lo sguardo per prima. I miei occhi scrutano la stanza nel tentativo di trovare qualcos'altro da guardare, e si posano su alcune foto collocate in fila sulla mensola del camino. Gironzolo laggiù, così almeno mi tengo occupata invece che rimanere in piedi, impacciata, mentre mi fissa.

C'è una foto di famiglia con tanto di mamma, papà e tre figli. Si trovano su una pista da sci, tutti imbacuccati e sorridenti. Un'altra foto ritrae un campo sportivo con il figlio maggiore nella divisa da football sull'atto di battere il cinque con il padre. Ne prendo una della figlia con un abito del ballo studentesco che sorride davanti alla macchina fotografica, in compagnia di un bel giovanotto in smoking.

L'ultima foto è un primo piano del figlio più piccolo appeso a testa in giù su un ramo d'albero. Ha i capelli sparati in fuori e il suo sorriso malizioso mostra due denti mancanti.

La famiglia perfetta in una casa perfetta. Mi guardo in giro in quella che deve essere stata una bella casa. Una finestra è rotta e, davanti, la pioggia ha macchiato il pavimento in legno massello in un grosso semicerchio. Non siamo i primi a essere passati di qui, come testimoniano le carte di caramella sparpagliate in un angolo.

I miei occhi si posano di nuovo su Raf. Mi osserva ancora con quell'espressione impenetrabile.

Rimetto a posto la foto. «Che ore sono?»

«Metà mattinata.» Torna a rovistare nel mio zaino.

«Cosa fai?»

«Sbarazzarmi delle cose che non ci servono. Abdia aveva ragione, avremmo dovuto impacchettare meglio.» Getta un barattolo sul pavimento. Cade a terra con un tonfo per un paio di volte prima di fermarsi.

«Quanto al cibo, hanno già ripulito questo posto; hanno leccato persino le briciole» dice. «Ma c'è ancora acqua corrente.» Solleva due bottiglie piene. Ha trovato uno zainetto verde per lui e ci mette una bottiglia, mentre l'altra è mia.

«Vuoi la colazione?» Scuote la busta di cibo per gatti che avevo portato nel mio zaino.

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